Piccoli luoghi e tesori nascosti

Nei giorni scorsi a Bolzano è stata presa una decisione storica: “Sì al numero chiuso in tutto l’Alto Adige”. Per far fronte all’aggressione ambientale e sociale del territorio generata dal sovraffollamento turistico, la provincia altoatesina ha fissato un tetto massimo di pernottamenti annui, oltre il quale non saranno più ammessi visitatori. Non è l’unica realtà a muoversi in questa direzione: in altre località (vedi Cinque Terre) si stanno discutendo provvedimenti simili.
Quello dell’overtourism è uno dei tanti paradossi dell’epoca che ci tocca vivere, l’epoca degli influencer e degli influenzati, in cui le mete più alla moda sono letteralmente prese d’assalto mentre le altre sopravvivono a stento o muoiono di abbandono. Con grave danno per tutti e il risultato, grottesco, che si va in vacanza fuori città per purificarsi e ci si ritrova nelle stesse condizioni di caos e stress (se non peggiori) da cui si intendeva evadere.

Eppure, abbiamo la fortuna di vivere in un Paese che nasconde tra le sue pieghe innumerevoli scrigni di bellezza. Tesori a volte poco appariscenti, considerati scontati, quasi banali, perché facili da raggiungere e apparentemente alla portata, ma in realtà più che mai esclusivi da godere, perché per “conquistarli” davvero non basta approcciarli con il corpo, scalarne le cime o percorrerne i sentieri.
È il caso degli Appennini, queste montagne primitive e un po’ imbronciate, tra le cui rughe si annidano vuoti e silenzi da esplorare con il cuore e con la mente, rifugi per l’anima dove lasciarsi alla spalle frenesie e piccolezze della vita moderna per riconnettersi a qualcosa di più grande e trovare finalmente ristoro.

Queste foto sono state scattate qualche giorno fa nel paesaggio lunare dei calanchi, ai piedi del Sasso Simone nel Parco Sasso Simone e Simoncello, nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo, cercando di cogliere le suggestioni che scaturivano a ogni cambio di luce


Il sovraffollamento turistico non è solo un grande problema, ma anche e soprattutto una gigantesca opportunità. È l’occasione per dare spazio al racconto dell’Italia interna, allo straordinario mosaico di meraviglie storiche e naturalistiche che custodiscono le radici della nostra civiltà e che aspettano solo di essere apprezzate e valorizzate. Un’opportunità da concedere ai territori e alle comunità ma prima ancora a noi stessi, per riscoprire la grande bellezza che si nasconde nei piccoli luoghi e nelle storie di chi li abita.

Al ritmo delle stagioni
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