Vorrei poter annunciare in modo trionfale il mio arrivo in Calabria, invece indovinate un po’: sono ancora qui a parlarvi di Abruzzi. La buona notizia (per questo uso il plurale) è che lo sto facendo dal Molise, di cui vi racconterò più avanti e dove l’accoglienza ricevuta mi ha letteralmente stordito, costringendomi a fermarmi più del previsto e a prolungare ulteriormente questo incredibile viaggio.
Durante le ultime scampagnate in terra d’Abruzzo ho continuato a importunare chiunque mi capitasse a tiro e così facendo mi sono infilato in tante situazioni interessanti e squisitamente wild. Nello specifico, ho visitato altri splendidi borghi vuoti di uomini e pieni di umanità, dove la resistenza all’abbandono è tenuta viva da amministratori lungimiranti e comunità operose; ho cronoscalato la famigerata direttissima del Canalone condividendo imprecazioni e riflessioni sulle aree interne con il mio antropologo di fiducia; ho dormito in tenda all’ombra del monte Sirente che sapevo di brace e arrosticini, dopo aver “assaggiato” un numero imprecisato di genziane fatte in casa; acquattato tra i ginepri ho atteso invano il lupo e l’orso, ma per la seconda volta nella mia vita ho avuto il privilegio di incrociare lo sguardo con un gatto selvatico; ho dormito in un cubo di vetro circondato da cervi e altri selvatici ai piedi della Montagna Madre, condividendo un fuoco e una notte di luna con un pittore di faggi; ho osservato incredulo una volpe mentre mi rubava sotto al naso prima il formaggio e poi pure la focaccia, trovando se non altro la forza di reagire quando si è trattato di difendere il vino; in compagnia di pastori a due e quattro zampe ho pascolato delle adorabili capre, ritagliandomi in pochissimi giorni il ruolo di zimbello del gregge; ho condiviso i ritmi e le nottate in bianco con due artisti emergenti della caseificazione, imparando a fare la ricotta e dimezzando le loro scorte di formaggi; infine, dopo tante fatiche, ho recuperato energie e ore di sonno alloggiando nell’ex dimora di un conte, trattato come un re.
In Abruzzo ho lasciato sicuramente un pezzo di cuore (e con tutta probabilità un po’ di fegato) e salutando questa terra e i suoi abitanti, miracolati da una quantità indecente di cose belle, mi frullano in testa sensazioni e ricordi che finiscono per condensarsi in un unico pensiero: la certezza di volerci tornare il prima possibile!
https://www.alritmodellestagioni.it/wp-content/uploads/2022/05/Sirente_Casale_02.jpg15002000Tommaso D'Erricohttps://www.alritmodellestagioni.it/wp-content/uploads/2023/09/Al-ritmo-delle-stagioni-testata-2023_B2.pngTommaso D'Errico2021-06-14 17:35:002022-05-22 18:43:36In viaggio per “Montanari 2.0”: Abruzzo on the road (parte II)