Lupi!

Qualche giorno fa, partecipando a un campo dell’associazione Io non ho paura del lupo, ho finalmente realizzato un sogno che inseguivo da anni: osservare dei lupi in natura durante un appostamento fotografico🐺

Beh, più o meno “durante”, visto che dopo aver pattugliato la zona fino al tramonto ed esserci svegliati un’ora prima dell’alba per riprendere posizione accucciati tra i faggi, la coppia di lupi, invisibile fino a quel momento, ha pensato bene di sfilare a duecento metri dal rifugio dove alloggiavamo nell’attimo esatto in cui prendevamo posto al tavolo della colazione!

La coda alzata del maschio durante il pattugliamento del territorio è un chiaro segnale di dominanza


Difficilmente potrò dimenticare il momento in cui Daniele, presidente dell’associazione e un occhio vigile sempre rivolto alla montagna, ha fissato lo sguardo oltre le vetrate per poi alzarsi di scatto e precipitarsi fuori. Conoscendolo, prima ancora che annunciasse: “Lupi!”, provocando nel gruppo schizzi di marmellata e rovesciamenti di caffè bollente, ero già lì con la fotocamera in mano a godermi la scena.
Ancora adesso, a riviverla nella mente, provo un lungo brivido e quasi mi scappa (di nuovo) una lacrimuccia. I lupi, due splendidi esemplari con il maschio in chiaro atteggiamento dominante (coda alzata e passo sicuro) hanno percorso senza fretta la prateria, fermandosi di tanto in tanto per guardarsi intorno, prima di tornare alle loro vite segrete lasciandoci lì a stropicciarci gli occhi e a scambiarci abbracci, storditi e felici, come sempre restiamo dopo aver incrociato le nostre esistenze con quelle di una creatura selvatica.

Dite che siamo felici durante l’ultimo appostamento?
Questa femmina di capriolo ci ha girato attorno per alcuni minuti a pochissima distanza prima di allontanarsi senza averci visti, segno che il nostro appostamento è riuscito veramente bene!
Aquila reale adulta posata su roccia, un avvistamento raro e prezioso
Giovane esemplare di aquila reale
Picchio nero
Rana temporaria, detta anche rana rossa


Tutto questo è avvenuto durante un avventuroso trekking di quattro giorni sulle montagne al confine tra Emilia e Liguria, organizzato dall’associazione per avvicinare i soci al mondo dell’osservazione naturalistica e della coesistenza tra attività umane e grandi predatori. Oltre ai lupi abbiamo avuto la fortuna di osservare a lungo le aquile librarsi in volo sulle nostre teste (ben tre esemplari), un picchio nero (altra creatura estremamente elusiva) che ci ha persino regalato una surreale planata a tre metri dal naso, e ancora caprioli, lepri e i cavalli selvaggi che da una trentina di anni abitano il parco dell’Aveto, una sorta di mustang nostrani dal carattere mite ma all’occorrenza focoso (quando si tratta di stabilire le gerarchie tra gli stalloni).

I cavalli selvaggi dell’Aveto


Abbiamo inoltre ascoltato le ultime news sulla complessa questione della coesistenza direttamente dalla voce di Roberto Sobrero, tecnico faunistico e uno dei massimi esperti in Italia di pratiche di convivenza tra lupo e attività zootecniche, e le parole pacate e al contempo appassionate di Simone Giosso, giovane fotografo cresciuto in queste valli che ci ha spiegato l’importanza dell’etica e del rispetto nell’approcciare gli animali selvatici in libertà.

Lo potresti quasi scambiare per un truzzo, invece Simone è uno dei fotografi naturalisti più bravi e sensibili che io conosca, uno dei pochi che mette sempre al primo posto il rispetto per l’ambiente e per gli animali


Infine, dopo una presentazione en plein air del mio libro, con tanto di lettura del capitolo in cui mi prendo gioco di Daniele dalla prima all’ultima riga, abbiamo incontrato tre autentici “Montanari 2.0”, Elena, Nicola e il piccolo Guglielmo dell’azienda la Caprasanta, micro realtà agricola-familiare come ce n’erano tante in passato a custodire un territorio oggi quasi disabitato, secondo i quali identificarsi nei luoghi e maturare il rispetto per tutte le creature che li abitano è un modo per recuperare anche le proprie radici, curando se stessi e la terra dall’abbandono.

Presso l’azienda “La caprasanta”. Ero troppo preso dall’ascolto e non ho scattato foto, ma spero di rifarmi a breve…
Un porcino spunta sempre quando si è insieme al Presidente!
Una delle tante videotrappole usate da Daniele per monitorare il territorio e in particolare la vita dei branchi
Cerambice, detto il “gran capricorno”
Ogni creatura custodisce una storia che merita rispetto


Giorni splendidi insomma, per cui ringrazio Daniele e tutti i partecipanti, che hanno seguito alla lettera le indicazioni delle guide e messo in pratica atteggiamenti esemplari durante i cammini e gli appostamenti. E con cui ci siamo pure concessi piacevoli momenti di convivialità, buon cibo e un bel po’ di risate!
E soprattutto ringrazio i selvatici che ci hanno offerto uno sguardo e in particolare i lupi, che dopo avermi insegnato per anni l’arte della pazienza mi hanno infine mostrato come i sogni prima o poi si avverano, magari in modi imprevedibili e inattesi, se non smettiamo di crederci e di accompagnarci nel viaggio ad anime affini.
Anime affine con le quali continuerò a camminare e a raccontare il sogno più grande, quello della convivenza tra uomo e selvatico, convinti che sia l’unica strada possibile per difendere dall’estinzione la natura che c’è fuori e quella che ci portiamo dentro.

Al ritmo delle stagioni
Media voto:  
 0 recensioni
Contatti / alritmodellestagioni@gmail.com