La ricetta di Federico e Alice

Il vecchio podere di nonno Berardino, rilevato in stato di abbandono e oggi letteralmente rifiorito, pochi ettari di terra coltivati a grano nell’ambito di un progetto di filiera biologica, un grande orto, quattrocento alberi da frutto chiesti in dono per il matrimonio e messi a dimora, una decina di arnie, qualche gallina, cani e gatti a profusione, un continuo via vai di amici per casa e una stanza in più per ospitare i pellegrini che percorrono le montagne del reatino.
Ma soprattutto tanta voglia di fare, fantasia, curiosità, pazienza, amore per il territorio, spirito collaborativo e un’allegria costruttiva e contagiosa che tra tutti, di questi tempi, è forse l’ingrediente più difficile da trovare. Questa è la ricetta che ha permesso a Federico e Alice di avvicinarsi alla natura e riabitare la montagna, dando vita negli anni a una realtà costruita su misura sui propri valori e sulle proprie esigenze, in cui potersi esprimere e sentire se stessi.

È anche grazie a loro se Rocca Sinibalda sta vivendo un’estate scandita dagli eventi culturali promossi nell’ambito del primo Cincia Fest, organizzato dagli amici de La Biblioteca Verde di Rocca Sinibalda con l’appoggio di una comunità consapevole e di un’amministrazione illuminata (a proposito di ingredienti rari e preziosi).
Proprio il Cincia Fest mi ha permesso recentemente di tornare a Rocca Sinibalda e di trascorrere qualche giorno di convivialità e avventure rurali in compagnia di Federico e Alice, assorbendo l’allegria e lo spirito dell’Azienda Agricola Colle Berardino, e al momento di ripartire ho provato un po’ di invidia per tutti i cani, i gatti, le api e le piantine che resteranno lì, parte integrante di un luminoso progetto di vita, a godersi le loro cure e i loro sorrisi.

Al ritmo delle stagioni
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