In viaggio per “Montanari 2.0”: tra daini, porcini e lupi

Nei giorni scorsi sono stato in val di Taro, sull’Appennino tosco-emiliano, per incontrare Daniele: presidente e fondatore dell’associazione Io non ho paura del lupo, cittadino di nascita ed ex programmatore, agricoltore per vocazione da oltre trent’anni, cercatore di funghi, cestaio, grande appassionato di fauna selvatica e ormai suo malgrado mio amico, dopo che sono andato a importunarlo tre volte negli ultimi anni con la scusa che sto scrivendo un libro sui nuovi montanari (giuro che se la beve tutte le volte 😬).
Per qualche giorno, prima che gli sbalzi di temperatura autunnali e l’età ormai avanzata (la sua soprattutto) ci riducessero a due rottami, ci siamo goduti una piacevole avventura dalle molte sfaccettature, fatta di appostamenti fotografici e camminate nei boschi, suddivisibile per brevità in tre capitoli:

1. Daini in cerca d’amore
2. Daniele in cerca di lupi
3. Io in cerca di cibo

I Daini cercavano amore come accade dalla notte dei tempi, in una contesa rituale fatta di sguardi, corteggiamenti, fughe, rincorse, duelli, dove a fare la differenza è il giusto cocktail genetico di muscoli e cervello, astuzia e coraggio. Li abbiamo osservati e fotografati nascosti tra i cespugli, sotto strati di teli mimetici, spaventando qualche escursionista di passaggio ma salvaguardando per quanto possibile gli animali dalla nostra invadenza 🦌

Io cercavo cibo perché ho sempre fame – e su questo non ci piove – ma anche perché vivo l’esperienza della raccolta come una delle forme più intense e appaganti di contatto con il mondo selvatico, in quanto fondata su una conoscenza approfondita e lunghi tempi di intimità con l’ambiente naturale, nonché sulla necessità di costruire con i luoghi un legame simbiotico che faccia di noi dei fruitori e allo stesso tempo dei custodi delle ricchezze che ci offrono. Per non parlare poi della degustazione di certe prelibatezze (in questo caso nientemeno che porcini e castagne), che svolta in compagnia di anime affini, accanto al fuoco di una stufa mentre fuori scende la sera, accresce il piacere di stare insieme condividendo valori e piccole grandi soddisfazioni. Momenti unici di cui – per quanto a tavola io possa abbuffarmi – sento di non saziarmi mai, e che basterebbero da soli a fare del contesto rurale un mondo speciale in cui vivere 🍄🌰

Infine Daniele, in mezzo a tutto questo trambusto, continuava a cercare lupi. Cerca lupi da anni oramai, animato da una passione letteralmente “selvaggia”, con lo scopo di studiarli, capirli e raccontarli. O meglio, di dar loro una voce, per far sì che siano essi stessi a raccontarsi, in un momento storico delicato in cui c’è più che mai bisogno di divulgare informazioni accurate e ascoltare i bisogni di tutti per favorire conoscenza e convivenza. Per questo, l’associazione collabora in tutta Italia con allevatori e pastori (Daniele stesso è stato allevatore per dieci anni), per dare voce anche a loro, mettendo in luce le difficoltà che incontrano nello svolgimento delle loro professioni e gli strumenti con cui riescono a superarle. L’obiettivo è dimostrare che entrambi – lupi e uomini – hanno diritto di abitare la montagna e che una coesistenza pacifica non solo è concretamente attuabile, è anche l’unica strada possibile 🐺👨‍🌾

In soli cinque anni di attività, “Io non ho paura del lupo” è diventata una delle voci più equilibrate ed autorevoli sulla questione lupo in Italia, ha saputo guadagnarsi la fiducia di soci e sponsor internazionali come Patagonia e raccogliere fondi per portare avanti progetti di monitoraggio e comunicazione. Tutto questo grazie allo stakanovismo del suo presidente e all’impegno di migliaia di persone – abitanti e lavoratori della montagna, cittadini, appassionati e professionisti della natura – il cui lavoro e supporto costituisce il cuore pulsante del progetto.

Alla fine della fiera, le nostre attese non ci hanno regalato il brivido di un incontro con il lupo e a forza di prenderci in giro su chi avrebbe ceduto prima ci siamo buscati entrambi un brutto raffreddore. In compenso, ci siamo regalati tante altre gioie: fare in compagnia cose che si amano, respirare l’odore autunnale di una faggeta, scorgere la testa di un enorme porcino che sbuca dalle foglie, fissare negli occhi creature selvatiche e sentirsi sfiorare per un istante da una leggerezza che ha il sentore della libertà. E ovviamente, a proposito di profumi, la felicità suprema di riempirsi la pancia e il cuore con i sapori del bosco! 🍂


Al ritmo delle stagioni
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