Continuano gli esperimenti nell’orto… e fuori dall’orto!

Dopo la semina del grano a ottobre (che per la cronaca sta venendo su benissimo) volevamo piantare del mais, ma tra i numerosi cultivar non sapevamo quale fosse il più adatto. Per sciogliere i dubbi ci siamo affidati alla rete e dopo alcune ricerche… colpo di scena! Abbiamo scoperto l’esistenza di un’antica varietà locale, il “mais quarantino di Monteviale”, coltivata sin dai primi del ‘900 nel nostro comune e più precisamente nel piccolo borgo di Monteviale, a oltre 800 metri di quota tra i contrafforti settentrionali dell’Alpe della Luna. ??

Grazie alla Banca Regionale del Germoplasma, un’organizzazione volta a garantire la tutela e la conservazione delle risorse genetiche autoctone, abbiamo contattato il “custode” locale che ci ha prontamente fornito le sementi necessarie per avviare una piccola coltivazione. I nostri dubbi sono quindi svaniti all’istante, tanto più che essendo il “mais quarantino” una varietà ben adattata a queste zone non necessita di irrigazioni, interventi fitosanitari o altri tipi di trattamenti. ?‍??

Le sementi utilizzate

A distanza di tre settimane le piantine sono alte poco più di un palmo della mano e se tutto filerà liscio la raccolta avverrà a metà settembre. Guardando le foto i più attenti di voi avranno notato qualcosa di strano, l’ingombrante presenza di un altro virgulto accanto a ogni piantina di mais. Non si tratta di intrusi, ma di graditi ospiti: sono piante di fagioli, e non le abbiamo messe lì per anticipare l’accostamento gastronomico in previsione di una serata messicana (o almeno, non solo per quello!) ?

Mais e fagioli, l’accoppiata perfetta! ?

Secondo l’antica tecnica agricola detta delle “tre sorelle”, largamente utilizzata dai nativi americani e ripresa da scuole di pensiero moderne, la consociazione di colture complementari come mais, fagioli e zucche porterebbe grandi vantaggi alla coltivazione. Nel caso specifico, la pianta di mais provvede una struttura su cui i fagioli possono arrampicarsi, eliminando la necessità di pali di sostegno, mentre i fagioli, producendo composti azotati, fertilizzano il suolo a beneficio delle altre piante. ??

E gli esperimenti non sono finiti qui! A proposito di scuole di pensiero, disponendo di terreno inutilizzato oltre lo spazio delimitato e curato che chiamiamo “orto”, ma non avendo il tempo per lavorarlo, abbiamo pensato di testare il metodo dell’agricoltura naturale ideato quasi un secolo fa dal giapponese Fukuoka. Questa tecnica consiste nel lasciare che le cose vadano secondo natura, limitando il lavoro dell’agricoltore alla semina e al raccolto, ed è definita per l’appunto “agricoltura del non fare”. Niente lavorazioni del terreno dunque, né potature, concimazioni, lotte antiparassitarie o trattamenti di sorta. ??

Che bisogno c’è di usare antiparassitari quando hai un guardiano del genere che tiene d’occhio le piantine? ?‍♂

Approfittando della lunga recinzione che delimita il nostro terreno, e avendo notato la fitta presenza di leguminose selvatiche in alcune zone, abbiamo deciso di assecondare la naturale predisposizione del terreno seminando a ridosso della struttura fagioli e piselli rampicanti. Allo stesso tempo abbiamo lasciato che la vegetazione intorno prosperasse, sperando che gli onnipresenti afidi avessero di che sfamarsi senza necessariamente accanirsi contro le nostre piante e confidando nella capacità dell’ecosistema di generare i loro antagonisti naturali, le coccinelle… che infatti abbondano! ??

Mais in progress… ?
Preziosi alleati naturali ?

Al momento tutto va come dovrebbe, anzi meglio del previsto: queste piantine “naturali” crescono persino meglio di quelle seminate nell’orto con tutti gli accorgimenti di rito. Staremo a vedere cosa succederà: da qui alla raccolta tempo ne manca parecchio e i pericoli sono sempre in agguato… vi terremo aggiornati! ??

Contatti / alritmodellestagioni@gmail.com