Ciao Reginella, alla fine è arrivato, il momento di salutarci. Dirsi addio non è mai facile, e lo è ancora meno dopo quattro anni e tante avventure passate insieme. Da quel primo giorno in Valle Maira quando arrivasti da noi malconcia e tutta arruffata, da quel primo ovetto rosa che per qualche ragione fu anche l’ultimo. Eppure hai saputo darci molto di più che delle semplici uova: hai arricchito le nostre vite con la tua burbera simpatia, con quelle corse improvvise e sgraziate e quegli urlacci rauchi da dinosauro raffreddato che ci facevano prendere un colpo. Quanto ci hai fatto ridere, ogni volta che cantavi tutta tronfia e covavi uova immaginarie! E noi che fino all’ultimo ti davamo retta, e senza farci vedere l’un l’altro buttavamo speranzosi un occhio nel nido. Quel nido era sempre vuoto, ma proprio per questo per noi eri e resterai un simbolo: il simbolo del rispetto che merita ogni creatura, bella o brutta che sia, giovane o vecchia, produttiva o meno. Ci hai insegnato che provare affetto per qualcuno dà sempre e comunque gioia, e che la più umile delle creature può regalare felicità se si sceglie di volerle bene per quello che è. Ciao Regina, ciao vecchietta… continua a cantare, noi di tanto in tanto butteremo un occhio nel tuo nido, e come sempre ci verrà da sorridere.