Zone rosse, gialle e arancioni

A proposito di zone rosse, gialle e arancioni, è proprio in questi giorni che la tavolozza dell’autunno, in fase calante a quote più basse, in alta montagna si arricchisce di nuove affascinanti tonalità con l’entrata in scena di sua maestà “Larix decidua”.

Se c’è un essere vivente che meriterebbe l’appellativo di re della montagna è senza dubbio lui, il larice comune, attore fondamentale dell’ecosistema alpino in termini di ricchezza ambientale, paesaggistica e commerciale. I pregi di questa pianta sono innumerevoli: dall’eccezionale qualità del legno all’incredibile longevità (oltre duemila anni!), dall’adattabilità che gli consente di vivere in condizioni estreme alla capacità, tipica delle piante pioniere, di arricchire i terreni poveri che va a colonizzare, aprendo la strada all’arrivo di nuove specie.

Nelle mie esplorazioni mi sono imbattuto spesso in larici solitari e stentati cresciuti ben oltre il limite convenzionale della vegetazione o prosperati in situazioni inverosimili, ancorati a pochi pugni di terra e aggrappati con le unghie a pareti verticali di roccia. Ma la caratteristica che salta subito agli occhi è la vivacità cromatica che assumono questi alberi al momento di perdere… gli aghi.

Già, perché il larice è l’unica conifera europea (e una delle poche al mondo) che ha scelto di imitare le cugine latifoglie e spogliarsi della propria chioma al sopraggiungere dell’inverno. In questo modo, oltre a difendersi dalle temperature glaciali in arrivo, il larice dà un originale contributo artistico al paesaggio autunnale, creando sfumature cangianti che spaziano dal verde brillante al giallo, dall’ocra all’arancio, dal viola al rosso carminio, in un lento processo di “maturazione verticale” che, salendo di quota, tinge le fasce altimetriche con colori via via più caldi.

Una meraviglia per gli occhi, per la mente e per il cuore, superlativa manifestazione di bellezza e ammirevole esempio di creatività, eleganza, audacia e attaccamento alla vita.

Contatti / alritmodellestagioni@gmail.com