Vita rurale in valle Argentina

L’alluvione che nei giorni scorsi ha colpito Piemonte e Liguria ha toccato luoghi e persone a cui sono particolarmente affezionato. Nella splendida valle Argentina, dove la scorsa estate ho avuto la fortuna di passare due mesi ospite degli amici dell’Agriturismo La Fontana Dell’Olmo, l’esondazione del torrente e le frane hanno sconvolto il territorio e messo al tappeto un’intera comunità. Una tragedia annunciata, figlia dell’incuria e delle speculazioni che sono il vero flagello della nostra epoca, che ha sepolto nel fango sforzi e sacrifici di chi, da anni e senza nessun aiuto dall’alto (lottando anzi contro tutto e tutti), dedica la propria vita alla salvaguardia di queste terre e della cultura del rispetto che le ha preservate per millenni.

Conservo questi scatti da settimane, pensando a come utilizzarli per celebrare il lavoro e la dedizione di Silvia e Matteo, di nonno Sergio, dei piccoli montanari Anna e Luca, del pastore Giuanin e dei ragazzi dell’Antica Distilleria Cugge, ed è con la morte nel cuore che mi ritrovo a pubblicarli per ricordare una realtà che rischia di sparire per sempre, gli ennesimi esempi virtuosi di vita rurale abbandonati a loro stessi e alla furia dei tempi. Ad oggi gli orti, le vigne e gli uliveti sono distrutti o seriamente danneggiati, i raccolti perduti, le strutture ricettive, i pascoli, le stalle, i campi di fieno e lavanda non sono raggiungibili per via delle frane che hanno sepolto una strada già maltrattata di suo, e nessuno può dire se e quando saranno utilizzabili di nuovo.

L’incertezza, che caratterizza ogni giorno l’esistenza di chi abita la montagna, rischia di trasformarsi nell’atroce certezza che in questi luoghi non ci sia più un futuro, in valle Argentina come altrove. Mai come oggi la vita in montagna è simbolo e pratica quotidiana di resistenza civile, sociale, economica, ambientale e soprattutto personale, una scintilla di speranza per tutti in un presente di ombre e disillusione. E mai come oggi c’è bisogno di persone autentiche, come Silvia e Matteo, che si prendano cura delle tradizioni, del paesaggio e di tutti noi che di tanto in tanto abbiamo la fortuna e la necessità di essere loro ospiti, per trovare conforto e ristoro in quel piccolo mondo antico che hanno scelto di conservare con cura per metterlo a disposizione degli altri.
Forza ragazzi!

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