Riapertura dei cantieri

Mentre il mondo riparte (e ne siamo felici), questo per noi è un momento particolarmente difficile. Qui la fase due ha significato una cosa soltanto: la riapertura dei cantieri del metanodotto. Chi ci segue da tempo sa bene di cosa parliamo, per gli altri la farò breve: una splendida valle letteralmente sventrata, una montagna bucata da una talpa gigante; due, tre o chissà quanti anni di occupazione coatta, vessazioni personali e prepotenze da sopportare; devastazioni ambientali che renderanno questo paradiso naturale un inferno.

Dopo aver goduto in questi mesi di un’intimità profonda con la natura che ci circonda, è con immensa tristezza e sgomento che assistiamo oggi a uno scempio che per contrasto appare più che mai grottesco e insensato. Nonostante il nostro spregiudicato ottimismo, e con alle spalle tante avversità superate, oggi ci riesce davvero difficile nutrire speranze per il futuro. Per il nostro futuro, per il futuro della nostra specie, per il futuro di questi luoghi. Ci sarebbero tante riflessioni da fare e avremmo tanto da dire e da mostrare su quanto sta accadendo, ma proprio non ci va di dedicargli altro spazio. Né tanto meno vogliamo ammorbarvi con il nostro malumore: soltanto ci sembrava giusto informarvi, dopo aver condiviso con voi tanto entusiasmo e allegria.

Da due anni ci stiamo preparando a questo momento con l’idea di resistere, ma ora che iniziamo a viverlo sulla nostra pelle ci sembra un dolore troppo grande da sopportare. Siamo stanchi, confusi, sconvolti, arrabbiati e davvero non abbiamo idea di cosa ne sarà di noi. Presto dovremo prendere delle decisioni, e sappiamo solo che in un modo o nell’altro saranno scelte difficili.
Nel frattempo, ci sforzeremo di contrastare il rumore delle ruspe, degli strepiti e dei folli trionfalismi con l’unica cosa che sembra avere ancora un senso: la bellezza di questi luoghi. Cercheremo più che mai di assorbirne l’armonia, di catturarne i respiri, di tenerci stretto ogni momento di pace, serenità e bellezza che ci vorranno concedere. E come sempre, finché sarà possibile, continueremo a raccontarli.

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