Non è facile spiegare a parole quanto siamo fieri di mostrarvi questa foto, perché questa foto è il risultato di un piccolo grande miracolo: in sette giorni, come vuole la tradizione, abbiamo creato un mondo. O meglio, lo abbiamo riportato alla luce dopo un lungo e sofferto oblio. Una settimana di lavoro, una pala meccanica, litri e litri di sudore: tanto c’è voluto per espiare almeno vent’anni di incuria, per liberare il terreno intorno alla casa da uno sterminato intrico di rovi, vitalbe e infestanti di ogni sorta; per riscattare spazi e pensieri da grovigli di filo spinato, rifiuti e cumuli di marciume. Tanto, o tanto poco, c’è voluto per regalarci uno splendido paesaggio, che non è solo appagamento estetico ma una provvidenziale iniezione di fiducia, una promessa di futuro per noi e per il territorio che ci ospita.

Non siamo soliti coprirci di lodi (e non vogliamo farlo nemmeno stavolta) ma non possiamo nascondere l’orgoglio e la soddisfazione per aver portato a termine questa impresa; per aver creduto fin dall’inizio, nonostante i problemi e le difficoltà, nelle potenzialità del luogo che due anni fa abbiamo scelto di abitare. E per aver investito tempo, risorse e speranze in un sogno che oggi, dopo aver più volte traballato come un miraggio, inizia finalmente a concretizzarsi davanti ai nostri occhi.

Avremo modo di raccontarvi con calma cosa è stato fatto e come: noi per primi dobbiamo ancora metabolizzare, comprendere appieno un cambiamento che si è rivelato più grande del previsto. Ma fin d’ora vogliamo ringraziare chi ha reso possibile tutto questo, perché se siamo qui a raccontarvi certe emozioni è per merito di persone ancora più matte e visionarie di noi: i nostri impagabili vicini. Sono stati i loro incoraggiamenti, i consigli spassionati, gli aiuti materiali e logistici la chiave di volta che ha spazzato via in un baleno paure e impedimenti che ci logoravano da mesi. Ed è grazie a loro se oggi, per la prima volta, iniziamo davvero a sentirci a casa.