Daini nella neve

Ho ancora i brividi se ripenso a quel momento, io che arranco nella neve alta, Virgola davanti a me che annusa le piste lasciate nella notte dai cinghiali, tutt’intorno il respiro tranquillo del bosco addormentato. Poi l’istinto mi dice di alzare la testa, forse quell’istinto che cinque minuti prima mi ha fatto prendere una strada diversa dal solito, e magari lo stesso presentimento che stamattina mi ha sussurrato di portare con me il “cannone”, due chili di teleobiettivo che solo un pazzo si accollerebbe per una tranquilla passeggiata dietro casa.

Alzo la testa, insomma, e loro sono lì, a cento metri: una quindicina di daini in posa, tra cui un maschio dal palco spettacolare e alcuni esemplari melanici, completamente neri. Mi fissano immobili, sconcertati almeno quanto me, e io ho tutto il tempo di mettere a fuoco e scattare a raffica, mentre le femmine adulte si guardano intorno per scegliere una via di fuga e guidare il branco al sicuro. Non ne avevo mai incontrati così tanti tutti insieme, li vedo annusare l’aria, muoversi a fatica nella neve, correre, saltare, sparire tra gli alberi e fare capolino dai cespugli.

La scena è incredibile, sembra quella di un film, compongo inquadrature senza avere la lucidità di pensare, e sono così emozionato che mi scappa qualche lacrima. Virgola, sempre sul pezzo quando c’è da consolarmi, se ne accorge e si precipita a leccarmi la faccia. «È solo il freddo» le dico tirando su col naso, mentre il maschio di retroguardia si volta ancora, mi lancia un ultimo sguardo arcigno e poi scompare nella boscaglia.

Sono apparsi e svaniti come un sogno, devo controllare il display della fotocamera per convincermi di non averli immaginati. Sulla strada del ritorno incrocio ancora le loro orme, tracce inconfondibili che decorano il sottobosco tra rovi e bacche di rosa canina. La tentazione di seguirli è forte, ma so anche cosa è più giusto fare. Non disturbarli oltre, tornare a casa, raccogliere le emozioni e raccontare questa storia.

 

Nuovo avvistamento a 24 ore di distanza! Un branco di sette maschi, quasi tutti adulti con palchi davvero maestosi. Erano nascosti tra gli alberi e nonostante la notevole distanza si sono accorti subito della mia presenza. Non ho potuto far altro che ammirarli mentre si allontanavano a testa alta, in fila indiana, un trenino di palchi e code da far venire la pelle d’oca. Foto pessime stavolta, ma un’altra grande emozione 🙂

 

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