Transumanza

Sveglia alle 4 stamattina, e prima dell’alba sono già fuori, sotto un cielo nero che minaccia tempesta. C’è da spostare una mandria dai prati intorno alla borgata ai pascoli d’alta quota. Si va su fino ai 2000 metri, una passeggiata di oltre due ore e più di 600 metri di dislivello, in parte su strada in parte su mulattiere, in compagnia di una ventina di vacche che non ne vogliono sapere di ascoltarmi.

Il mio ruolo è camminare in testa al gruppo e incitare la mandria a seguirmi, ma più mi sgolo più le vacche si disperdono sui pendii ai lati della strada. Mauro in coda chiude la carovana e cerca di ricompattare la comitiva, rincorrendo bovini ribelli in fuga e imprecando contro la mia parlata da “romanaccio”.

Quando mi decido a dargli retta e vincendo la timidezza inizio a urlare in dialetto piemontese parole di cui non ho nemmeno chiaro il significato, come per miracolo le vacche sembrano accorgersi di me e dei miei sforzi. “Vouta! Vouta! Alé, anduma!” e quelle finalmente mi vengono dietro. Insomma, più o meno.

Intanto, cercando di non farmi vedere da Mauro per non attirare altra collera su di me, cerco già che ci sono di scattare foto e fare un po’ di riprese, improvvisando l’improbabile figura professionale del pastore-videomaker. Del resto, chissà quando mi ricapita di documentare una transumanza!

Arrivati a destinazione, sui pascoli aperti ci accolgono scrosci di pioggia e ventate d’aria gelida. Ma il più ormai è fatto, ci resta solo da mungere una vacca gigantesca ma docile come un vitello. Poi finalmente si torna a casa, dove non perdo tempo e mi metto a rivedere il materiale che sono riuscito a girare tra urla e corse a rotta di collo, assaporando già il ricordo di questa fantastica avventura.

Queste intanto sono le foto, presto arriverà anche un video 🙂

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  1. […] stalle. Forte ormai della mia esperienza di pastore-videomaker, maturata a luglio in occasione della salita ai pascoli, non mi faccio ripetere due volte l’invito di Mauro a prender parte a quest’ultimo, […]

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