Racconto di un attimo che vola via

Mi sveglio presto. Infilo una felpa e mi avventuro fuori. Il cielo è pulito, l’aria fredda e immobile nei minuti che precedono l’alba. La neve caduta per tutta la notte forma un tappeto uniforme e immacolato, steso sui prati e sulle strade della borgata. Sugli alberi e sulle rocce resiste uno spesso velo di bianco che scomparirà con la prima luce, spazzato via dai venti che salutano l’arrivo del nuovo giorno. Più della neve, è il silenzio a coprire ogni cosa. Un lampione solitario scalda la piccola piazza della borgata. Sullo sfondo si affacciano montagne e alberi velati di azzurro. Il contrasto dei toni crea una luce meravigliosa. L’atmosfera è magica, surreale. Ho appena il tempo di portare la camera in posizione e comporre l’inquadratura. Nella frazione di secondo in cui sto premendo il pulsante di scatto, il lampione, senza un suono, come una candela, si spegne, congelando la scena. Guardo l’ora, sono le 7.30. Un timer ha deciso che la magia di quel momento doveva finire così. Ho bisogno di rivedere la foto appena scattata per capire cos’è rimasto impresso. Se il mondo con il lampione o il mondo senza. Stavolta è andata, per un pelo. Non sempre il fotografo è così fortunato. A volte l’attimo irripetibile resta lì, intrappolato. Altre volte vola via, per sempre.

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