Pernici a spasso sotto la neve

Mentre a passo d’uomo percorriamo la strada gelata che porta in paese, circondati da un paesaggio artico che sembra uscito dalla penna di Jack London, ci accorgiamo di alcune sagome che si muovono sull’asfalto con andatura buffa e un po’ sbilenca. Pernici rosse, che, con mezzo metro abbondante di neve a coprire ogni cosa, approfittano del recente passaggio dello spartineve per razzolare in cerca di cibo tra il terriccio smosso al lato della carreggiata. Sono animali solitamente schivi, ma come molti selvatici non temono i mezzi motorizzati e si lasciano avvicinare dalle auto. Il che non è un bene, visto che c’è chi ne approfitta per sparargli dal finestrino.

Gli anelli che alcuni di loro portano sulle zampe ci avevano fatto pensare a esemplari monitorati: capita, infatti, di imbattersi in uccelli marcati dai ricercatori per tenere d’occhio le popolazioni di specie a rischio di estinzione. Invece, a quanto ci è stato riferito, questi esemplari sono stati rilasciati dalle associazioni venatorie per ripopolare zone dove cacciatori e gatti hanno fatto piazza pulita. Ripopolare per poi rispopolare, ovviamente: una specie di parco giochi, un tiro al bersaglio dove al posto del peluche si vince una pernice in carne e ossa da fare arrosto. Che spasso.

Con tutti i pericoli da cui devono guardarsi le spalle, sembra quasi un miracolo che questi simpatici gallinacei siano ancora qui ad impreziosire il paesaggio con la loro sgargiante presenza. Ogni giorno devono sopravvivere a nemici di ogni genere, dai rapaci alle volpi, dai gatti domestici e semi-domestici (in assoluto tra i principali responsabili della perdita di biodiversità) fino agli eroici cacciatori a quattro ruote motrici.

Oggi questi esemplari sono stati fortunati, perché ad approfittare della loro buona fede sono stati due disturbatori armati soltanto di video e fotocamera. Ma, nonostante tutto, ci hanno sopportato per pochi minuti e non appena le nostre avance si sono fatte troppo insistenti, ci hanno salutato spiccando il volo con un gran frullare d’ali e sono planati lontano, oltre i maestosi cerri ricoperti di neve. Che, in fondo, a cacciatori e fotografi impiccioni preferiscono – a ragione – la stessa identica cosa: un tranquillo, pacifico e sereno isolamento.

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