Lago Tempesta

Sopra la nostra borgata, a 2343 metri di altitudine, c’è il lago Tempesta (e mai nome fu più appropriato). Una pozza d’acqua che raccoglie gli umori di una conca sempre umida, persino durante un’estate secca come questa, sormontata dal massiccio omonimo (Punta Tempesta, m 2679) e da Punta Piovosa (m 2601). Due giganti perennemente arrabbiati, poco inclini ad accogliere i visitatori, forse perché impegnati da secoli a proteggere dagli intrusi questo luogo magico e le creature che lo abitano.

Arrancando fin quassù, ricordandosi di infilare nello zaino un po’ di pazienza (e un buon impermeabile) non è difficile osservare i camosci correre a rotta di collo giù per le ripide pietraie, sfidando la gravità e il buon senso, prima di vederli scomparire dietro qualche sperone roccioso. Quando la giornata è quella giusta, può capitare di assistere a spettacoli particolarmente insoliti e suggestivi, come quello che ci ha regalato una volpe a caccia di grasse marmotte; oppure, se si è particolarmente fortunati, alle acrobazie di un ermellino in cerca di uova nascoste tra le rocce, rosso fulmine di pelliccia che schizza su e giù senza una logica apparente, così veloce che gli occhi faticano a tenere il passo.

E se anche capitasse di non avvistare anima viva, si avrà ancora l’occasione di ritrovare la bellezza nelle cose più semplici, quelle che per prime abbiamo imparato a disegnare e sognare da bambini, e che la frenesia della vita ci ha portato via, un po’ alla volta: un lago, le nuvole, i prati e i raggi del sole che dipingono le montagne di luce e ombra.

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