“Hai detto pigna?”

Iperattivi per natura, in questo periodo dell’anno gli scoiattoli sembrano davvero dei tarantolati. Il motivo è semplice: l’inverno sta arrivando e prima che la neve nasconda ogni cosa è necessario far scorta di cibo. Più sostanziose saranno le riserve accumulate, maggiori le possibilità di sopravvivere e riprodursi. I semi delle conifere e le stesse pigne (le cui scaglie vengono rosicchiate fino al torsolo), nocciole, gemme, germogli e persino funghi e insetti vengono raccolti e trasportati freneticamente da un nascondiglio all’altro.

Questi folletti dei boschi infatti sono assai previdenti e dispongono di diverse tane, pronte per ogni evenienza: buche scavate nel terreno che fungono da dispense e veri e propri nidi costruiti tra i rami alti, fatti con erba secca, rametti, muschi e licheni. Tra questi, il nido principale che servirà a trascorrere l’inverno e a mettere al mondo i piccoli, è una struttura complessa e accogliente dotata di tutti i comfort, persino di un’apertura richiudibile in caso di maltempo!

Una curiosità: sebbene il nome della specie sia scoiattolo rosso (o scoiattolo europeo), il mantello di questo roditore può assumere diverse forme cromatiche: dal bruno, al rosso fin quasi al nero, passando per diverse sfumature intermedie e con marcate variazioni stagionali in particolare per gli esemplari rossi, che in inverno assumono tinte grigiastre. Niente a che vedere però con lo scoiattolo grigio introdotto dal Nord America, più grande e massiccio, che oltre a provocare danni alla vegetazione e alle colture sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dello scoiattolo autoctono, incapace di competere con il nuovo arrivato nella lotta per accaparrarsi le risorse.

Un motivo in più per proteggere i nostri scoiattoli, salvaguardandone l’habitat ed evitando, per esempio, di lasciare che moto, quod e altri mezzi corazzati devastino le poche foreste alpine ancora incontaminate.

 

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